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Ulisse e Polifemo

Noi siamo Achei, nel tornare da Troia travolti
da tutti i venti sul grande abisso del mare;
diretti alla patria, altro viaggio, altri sentieri
battemmo: così Zeus volle decidere.
Ci vantiamo guerrieri dell’Atride Agamennone,
di cui massima è ora sotto il cielo la fama,
tale città ha distrutto, ha annientato guerrieri
innumerevoli. E ora alle tue ginocchia veniamo
supplici, se un dono ospitale ci dessi, o anche altrimenti
ci regalassi qualcosa; questo è norma per gli ospiti.
Rispetta, ottimo, i numi; siamo tuoi supplici.
E Zeus è il vendicatore degli stranieri e dei supplici,
Zeus ospitale, che gli ospiti venerandi accompagna.


Estratto dall’Odissea di Omero, primo approccio tra Ulisse e Polifemo

Murales realizzato in trasferta ad Aci Trezza (Aci Castello), bellissimo borgo marittimo siciliano vicino a Catania.
Proprio davanti al paesino ci sono delle meravigliose formazioni rocciose, i Faraglioni, sono anche chiamati “le Isole dei Ciclopi”, devono il loro nome alla famosa leggenda del ciclope Polifemo.
Omero racconta la storia delle isole nel nono libro dell’Odissea.
Ulisse, nel tentativo di scappare, accecò il Ciclope Polifemo, colpendolo nel suo unico occhio. Colto dalla rabbia, il ciclope scagliò contro Odisseo delle enormi rocce e cercò di evitare la sua fuga.
Secondo la storia narrata da Omero, i massi scagliati dal grande ciclope formarono degli isolotti, che sono appunto i faraglioni di Acitrezza.